IL MIO POSTO

5 marzo 2019

.

“Ti capita mai di aver voglia di mollare tutto, di sparire e tornare a legare solo per te, in privato, senza nessun obbligo verso gli altri?”

Forse è cominciato tutto da qui, da questa domanda che mi venne rivolta qualche tempo fa, anche se la domanda vera che mi pongo da tempo è: “Ma il mio posto qual è?”

C’è stato un tempo in cui aver visto crescere la comunità che ruotava intorno al Laboratorio di Bondage mi ha fatto pensare che fosse il momento per guardare oltre e aprire un posto nuovo, più grande dover riunire appassionati di paesi diversi mi sembrava il naturale completamento del percorso.

E per un certo periodo la cosa ha anche funzionato, ma alla fine ognuno deve seguire quello che è veramente e dover sacrificare pratica e apprendimento per organizzare eventi non era quello che volevo, non era quello che mi faceva stare bene, anzi.

E così decidi di tornare a fare quello che più ti piace: seguire le persone che per un certo periodo hai trascurato, o hai sperato fossero disposte a seguirti in una dimensione un po’ più ampia.

Però ti guardi intorno e ti rendi conto di essere rimasto indietro, e osservi gli altri che sono andati avanti, e un po’ di invidia ti prende (sono umano anche io alla fine) e non è facile.

Nel mezzo tutta una serie di eventi non proprio favorevoli della vita ti portano a pensare che forse sei vecchio, e certe cose non sono più alla tua portata.

Ma quello che fai ti piace e vai avanti, forse più per inerzia che per convinzione, aspettando quel non so che, quel motivo.

E poi quel motivo arriva inaspettatamente in una delle giornate più buie, in un week end che definire drammatico non è esagerato.

Ma c’è una lezione del corso base e così, dopo una demo che hai fatto ma non hai visto (sì, è complicato da spiegare, ma in certe occasioni riesco ad osservarmi mentre lego…), in cui hai paura che il messaggio non sia passato, speri che i tuoi studenti facciano comunque  bene.

E l’esercizio lo hanno capito, lo fanno tutti e anche bene, certo ognuno per quello che ha imparato fino ad allora, ma tutti si divertono e in sicurezza.

Ma c’è qualcosa, anzi qualcuno che ti colpisce: ad un tratto li osservi e ti rivedi, e vi rivedi e forse rivedi anche Riccardo in quell’aprile del 2016 e anche tu ti commuovi, perché sono così belli, perché sono così veri, perché hanno capito esattamente il messaggio.

E d’un tratto capisci che quello è il tuo posto.

Non pensi più che tu non potrai insegnare altro che i corsi base, ma pensi che proprio nel far innamorare qualcuno di questo modo di fare kinbaku sta quel motivo.

Il resto poi arriverà da sé con il tempo, ognuno di loro farà il proprio percorso, ma far vedere la strada per me è la soddisfazione più grande.

Forse diventeranno bravi come lo sono diventati Andrea e Laura, forse si fermeranno prima, non importa, l’importante è che stiano bene, si divertano e siano sempre così veri.

Io intanto resto qui e organizzo… un nuovo Corso Base.

 

“Perché le basi sono importanti!

Le basi ca@@o!” – cit.- un Amico